L’affascinante storia della baronessina Eleonora e della famiglia Baeli, anticipata nei giorni precedenti dal trailer della RoMar Film, ha preso corpo nel Cortometraggio annunciato, la cui sceneggiatura “liberamente” tratta da “Dicerie” di Carlo Catanzaro, è stata scritta da Enzo Cicero, professore di Filosofia Teoretica presso l’Università di Messina, stimatissimo e conosciutissimo a livello nazionale per i suoi numerosi testi e rivisitazioni di Filosofia, avvalendosi della consulenza storica di Bartolo Cannistrà e Girolamo Fuduli, entrambi appassionati specialisti della Storia di Milazzo.
La sceneggiatura è stata scritta in lingua siciliana e attraverso il linguaggio, il professor Cicero trasmette l’anima della nostra Sicilia fatta di contrasti, di “luce e buio” come diceva Gesualdo Bufalino, di apparenze false come ci ha insegnato Pirandello, di passione, quella vissuta nel cuore della nostra cultura, quella della scuola poetica siciliana di Federico II… “l’amore e lo struggimento del core, da la vista de li occhi ha nascimento” (Iacopo da Lentini). La chiave di lettura del cortometraggio è nel siciliano parlato dai protagonisti e nella loro magistrale interpretazione.
Sono attori d’esperienza prevalentemente teatrale: Ingrid Gitto (Eleonora) Oreste Fio (il barone Onofrio), Maria Lombardo (Chiara Fiore), Rosario Popolo (Giacomo Foti), Carmelo Formica (Paolo Foti). Nei loro volti, nella loro espressività, si può cogliere il dramma di questa vicenda che si sviluppa in un tessuto sociale arroccato nella mentalità di quel tempo, nel libertino potere di una famiglia, il cui stemma nobiliare era connesso alla sua ricchezza economica, come “la sua stranezza”… ma Enzo Cicero, profondo studioso di Freud e di Jung, esplora, coglie e denuncia con la sua sceneggiatura, quell’eterno e attuale problema della “sottile e multiforme violenza” perpetrata sulla donna, quel concetto mai vinto di strapotere del patriarcato, e omaggiando il maestro della psicanalisi, guarda nel subconscio delle vicende anche attraverso il mito, il Mito di Galatea, stimolando la riflessione e l’indagine dello spettatore.
Il cortometraggio realizzato con il patrocinio del Comune di Milazzo, della Fondazione Lucifero, dell’Associazione Il Giglio con Gigliopoli e dell’Area Marina Protetta di Capo Milazzo, è quasi un film che ha richiesto la sinergica opera di Nico Columpsi direttore della fotografia e di Angelo Gullì, tecnico delle immagini digitali. Le scene ci rapiscono con le riprese accompagnate dalle musiche di Sebastiano Sapuppo e il Sound Designer di Fabio Bonanno.
Tra i luoghi d’indiscussa bellezza del Capo di Milazzo,
suscita emozione la vita rappresentata all’interno della Città Murata, il chiacchierio oltre ogni immaginazione intorno ai due giovani innamorati delle donne interpreti, anche loro attrici di esperienza quali Elvira Pulitano, Maria Domenica Terranova, Marisa Bonasera, ci riporta alle dicerie che mai hanno abbandonato luoghi e spazi, circolando invece che di bocca in bocca, su strumenti diversi.
Le scene degli interni sono girate a Villa Roberto, ove si fondono e diventano rivelatori, frasi, sguardi e volti di una vicenda che sa di mistero, e dove la fidata domestica Rusina (interpretata da Silvana Formica, già molte volte apprezzata in teatro per le sue doti interpretative comico/drammatiche) sembra suonare il gong del mistero e del presagio.
Il Direttore artistico, regista, e attore Carmelo Formica, che ha realizzato questo lavoro con l’impegno e la fatica di una troupe di più di cinquanta persone, non ha trascurato alcun particolare, coordinando un grande lavoro di squadra con molto equilibrio e professionalità.
Credo che la RoMar Film con il regista Carmelo Formica e tutto il team operativo abbia reso a Milazzo un grande omaggio, esaltandone le straordinarie attrazioni di luoghi e territori, anche al fine di una sostenibile fruizione turistica.
Rita Chillemi